Lascia un segno
Il primo progetto di comunicazione rivolto alla comunità penitenziaria.

La sfida: abbattere il muro
La campagna nata per favorire la riabilitazione dei detenuti e promuovere una cultura dell'integrazione, vuole ribaltare la percezione del carcere come un non-luogo che alimenta solitudine e distacco emotivo, attraverso un messaggio universale e potente capace di superare le barriere linguistiche e culturali in un contesto in cui oltre la metà dei detenuti è straniera.
Il tattoo come linguaggio
Spesso simbolo di un passato criminale o di appartenenza alle gang, con "Lascia un Segno" il tattoo viene trasformato in un messaggio di rinascita, consapevolezza e trasformazione personale. La campagna si sviluppa su 5 messaggi veicolati tramite poster e T-shirt distribuite nei 10 istituti penitenziari dell’Emilia-Romagna.
I destinatari della campagna
- Detenuti: per spronare al cambiamento e alla partecipazione ai percorsi trattamentali. I messaggi toccano temi cruciali come la prevenzione del suicidio, la tutela della salute e i corretti stili di vita.
- Personale e volontari: per rafforzare il rispetto reciproco e il contrasto ai pregiudizi
- Società civile: per incoraggiare una maggiore integrazione e favorire il coinvolgimento della comunità esterna nei percorsi di reinserimento sociale
Il tattoo artist: Anse
Abbiamo coinvolto Antonio Lorenzo Serreli, in arte Anse, dello studio Mörk Tattoo. È lui ad aver disegnato i lettering calligrafici al centro della campagna, trasformando i concetti chiave in segni visivi dirompenti.
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